Cinema. “I ragazzi stanno bene” (su Giudizio Universale, 10/3/11)

Cinema. “I ragazzi stanno bene” (su Giudizio Universale, 10/3/11)

Film di sceneggiatura sulle complicazioni del rapporto coniugale, quando il sesso non è più fantastico come all’inizio e un terzo incomodo viene a turbare la routine. A rendere nuova la trama c’è il non secondario particolare che la coppia è lesbica e i due figli, Laser e Joni, un maschio e una femmina, partorito ognuno da una delle due mamme, Nic e Jules (Annette Bening e Julianne Moore) derivano da un donatore di seme (Mark Ruffalo), lo stesso in entrambi i casi. La vicenda diventa difficile da gestire quando i ragazzi, che «stanno benissimo», cercano e trovano il padre biologico, il quale, essendo un seduttore a 360 gradi, conquista Laser e Joni (il giovanissimo Josh Hutcherson e la deliziosa Mia Wasikowska) e si mette subito a fare la corte a Jules. La tresca viene scoperta da Nic, la famiglia rischia il crollo e i ragazzi non stanno più tanto bene, ma soprattutto le mamme.

Con dialoghi molto naturali, situazioni divertenti e scorrevoli, attrici da Oscar (soprattutto Bening che infatti è stata candidata e ha vinto un Golden Globe come migliore protagonista) il film lascia pochi meriti alla regista, Lisa Cholodenko, che si è limitata a rispettare la sceneggiatura scritta da lei stessa con Stuart Blumberg. Ma è evidente che le premeva dimostrare, lei lesbica dichiarata, quanto le famiglie gay (almeno quelle al femminile) sono identiche se non migliori di quelle etero, franche, allegre e responsabili. Le due mamme del film hanno con i figli, e rispetto alle possibili infedeltà, gli stessi problemi, ma proprio identici, delle famiglie cosiddette normali (i ruoli maschile/femminile sono abbastanza distinti, ma sanno anche mescolarsi fra la casalinga Moore e il medico Bening). Forse questo eccesso di normalità suona ideologico e toglie mordente all’intreccio.

Ma ci si diverte, ci si commuove, si riflette. Si può anche non chiedere di più a una storia per lo schermo che si gode soprattutto nei dettagli, nella quotidianità dei personaggi: quando sono a tavola, quando si strapazzano, quando cedono alle tentazioni, quando soffrono.

Ho visto il film insieme a due amiche e il giochino è stato: tu chi preferisci, Moore o Bening? Io ho risposto Bening: è sempre più attraente, l’età ha scritto sul suo visetto troppo tondo i sentimenti che le mancavano. Moore ha troppe lentiggini per i miei gusti, ma sono strepitose tutte e due, e ci si chiede: quali attrici nel cinema italiano avrebbero potuto recitare questi due ruoli? Imparate a invecchiare, ragazze, imparate.

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