Corsi di lettura creativa (Il Foglio 2/3/11)
Diversi autorevoli scrittori che hanno tenuto celebri corsi di scrittura, da Patricia Highsmith a Raymond Carver, non hanno perso occasione per dichiarare che «non si può insegnare a diventare scrittori», e non solo lo hanno dichiarato, lo hanno anche messo nero su bianco nei vari manualetti tratti dalle proprie lezioni. Perché scrittori o sì o non si è. E allora? Una contraddizione? A cosa servono i corsi di creative writing se non servono a niente?
La risposta è che, invece, servono e parecchio, ma non allo scopo che ci si illude di raggiungere – diventare scrittori e di successo – bensì a entrare nella bottega degli autori già esperti, a imparare alcuni trucchi e tecnicismi che aiutano a costruire trame e a scontrarsi con la dura realtà del talento, a scoprire, insomma, se se ne è provvisti o meno. Soprattutto servono, non tanto a scrivere, quanto a leggere. Questo ho capito con molto spasso dal Corso di lettura creativa di Franco Mimmi (edito da Lampi di Stampa). Che non è un manuale, anche se finge di esserlo, ma un romanzo, e un romanzo del tipo combinatorio, giocondo, adorabilmente complesso come ne scrivevano Italo Calvino, Georges Perec, Julio Cortazar. Diviso in lezioni, sedici, anziché in capitoli, mette in scena un docente colto e ruvido che subito strapazza i suoi allievi invitandoli, non tanto a seguire le trame dei romanzi, quanto ad «ascoltare la musica della sostanza sottostante», ad attivare «spirito d’osservazione, immaginazione e memoria», a dimenticare le personali, probabilmente risibili, ambizioni per mettersi al servizio di una più coinvolgente attività, quella – oggi così negletta – di lettori, appunto.
Sono tanti gli scrittori a cui il professore fa riferimento, da Faulkner a Hemingway, da Thomas Mann a Flaubert a Proust a Nabokov, ma le sue lezioni si concentrano su un romanzo misterioso, Entropia, che pretende di aver trovato su una bancarella e del cui autore si arriva a conoscere solo un nome, e pure con incertezza, Giorgio o Giorgina Ulivò. E chissà che non sia uno pseudonimo, giocato com’è sulla rima con Oulipò, l’Ouvroir de littérature potentielle, il “laboratorio di letteratura potenziale” che alcuni ingegnosi autori avevano inventato per giocare nel comporre libri dalle leggi assurde: eliminare la lettera «e», star dentro gabbie rigide di senso, parafrasare romanzi celebri e via dicendo.
Per farla breve il corso si trasforma in una caccia alla comprensione di un testo misterioso, e complicato come un grande rebus, dove allievi e lettori (del libro di Mimmi) si trasformano in poliziotti alle calcagna di un romanzo. Anestetizzati dalle trame approssimative di tanti racconti contemporanei, ci si era dimenticati delle potenzialità della Lettaratura. Questo Corso, che non somiglia ai precedenti libri di Franco Mimmi (ex giornalista e vincitore persino di un premio Scerbanenco nel 2000 con Il nostro agente in Giudea), mantiene la sua promessa: insegna a leggere e, leggendo, a divertirsi.
Corso di lettura creativa
di Franco Mimmi
Lampi di Stampa, 96 pagine, 12 euro