L’Immaginazione 316 (marzo/aprile2020)

L’Immaginazione 316 (marzo/aprile2020)

Carla Baroncelli

Perché un uomo del secondo millennio arriva a uccidere una donna, la sua compagna, la madre dei suoi figli? Le statistiche forniscono un quadro spaventoso: in Italia ogni due giorni viene commesso un femminicidio, al nord come al sud come al centro del paese. Ed è un fenomeno non circoscritto alle nazioni latine, sentimentalmente “calde” secondo lo stereotipo. E’ un fenomeno mondiale della modernità, tristemente in crescita. Dall’Asia all’Oceania  ogni giorno vengono uccise dal partner fra le 137 e le 140 donne. Spesso lasciano bambini piccoli.

Mi è capitato di parlarne con l’autrice di un libro recente piuttosto impressionante, Carla Baroncelli. Il libro s’intitola Ombre di un processo per femminicidio. Dalla parte di Giulia, edito da Jacobelli l’anno scorso. Mi trovavo a Ravenna, e Carla Baroncelli, giornalista di lungo corso attenta alle problematiche del presente e autrice di diversi libri socialmente impegnati (ha anche collezionato vari importanti premi di giornalismo) vive a Ravenna. A Ravenna il 16 settembre 2016 viene commesso un delitto efferato (si dice così): una donna, Giulia Ballestri, di trentanove anni è uccisa e sfigurata dal marito, Matteo Cagnoni, cinquantaduenne, a colpi di bastone. Agiata famiglia con tre figli fra gli undici e i tre anni. Lui è uno stimato dermatologo della città.

Al di là dell’orrore che suscitano i dettagli dell’omicidio, che qui vi risparmio, c’è la cronaca del processo, uno dei tanti in cui si ascoltano inverosimili testimonianze, autoassoluzioni, ridimensionamenti dell’accaduto, colpevolizzazione della vittima. Carla ha tenacemente assistito a ogni udienza del processo di Ravenna contro Matteo Cagnoni, che si è aperto all’inizio di ottobre 2017. C’era un’importante novità: per la prima volta, oltre alla famiglia di Giulia Ballestri si erano costituite parti civili il Comune di Ravenna, l’Udi, Linea Rosa, l’associazione Dalla Parte dei Minori. Un anno dopo arriva la decisione della Corte d’Assise di condannare l’assassino all’ergastolo: è stata anche la vittoria di quanti si erano impegnati a tenere alta l’attenzione sulla vicenda.

Intanto a Ravenna è avvenuto un nuovo femminicidio (18 dicembre 2019) e proprio oggi, mentre sto scrivendo, le cronache danno notizia che ancora una volta qualcuno, un uomo, ha alzato la mano su una donna che si era stancata di lui. E’ successo nella provincia di Alessandria. L’ha massacrata con un martello e ai carabinieri ha detto per “giustificarsi”: «Ero innamoratissimo di lei». Altri parlano di «raptus», di «momento di follia». Come nota Maria Serena Sapegno nell’introduzione a Ombre di un processo per femminicidio, le donne non diffidono abbastanza di certi comportamenti maschili. Arrivano a credere che minacce, ricatti, persino i maltrattamenti fisici siano “prove d’amore”, gli eccessi cui conduce una passione estrema. Forse in alcuni casi sono persino gratificate di suscitare simili ardori fuori controllo. E quando la donna muore e resta il maschio assassino a raccontare cosa è avvenuto, si assiste a un ribaltamento: «Lungo tutto il processo nessuno ha avuto pietà di lei, nessuno vuole capire sul serio, tutti danno per scontato che sia stato lui e comunque cercano di difenderlo» osserva Sapegno.

E’ la legge arcaica del patriarcato in cui siamo tutti ancora immersi, spiega Baroncelli. Leggere il suo libro è come entrare in quelle aule, davanti a quei tribunali, essere presenti e ascoltare il peso di parole sbilanciate, sempre a favore di un punto di vista maschile, di sentimenti maschili, di “superiorità” maschili. Un grande insegnamento, perché forse diamo troppe cose per scontate e per questo continuiamo a stupirci di fronte a realtà inaccettabili. «La strage femminicida avviene perché i rapporti fra i sessi sono tuttora fondati su pregiudizi, stereotipi, luoghi comuni, come tredici secoli fa» scrive l’autrice. E’ un libro, il suo, che fa male a ogni riga. Anche quando pensiamo che non ci riguardi, che a noi non potrà mai succedere, ci sta succedendo in continuazione, e continuerà ad accaderci fino a quando le forze in campo saranno quelle che sono attualmente.

E’ questo credo che ha voluto indicarci Carla Baroncelli scrivendo il suo libro “dalla parte di Giulia”, dandole la parola in un’ipotetica arringa finale. E per questo ha deciso di donare i diritti di queste sue Ombre alla Casa delle Donne di Ravenna. Perché sono storie, queste, che appartengono alla collettività. (Per la cronaca: il processo d’Appello ha confermato l’ergastolo. La difesa non ha mancato di ricorrere in Cassazione con motivazioni che si stenta a credere concepibili di fronte all’evidenza dei fatti. Amaro commento finale di Baroncelli: «Tutto si fa per scampare all’ergastolo, tranne pentirsi».

 

 

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1 Comment
  • carla baroncelli
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    Cara Sandra mi hai dato un momento di felicità. Mai come ora gli attimi sono vitali.
    Un abbraccio con gratitudine e ammirazione che dal tuo La scrittrice abita qui, mi hanno sempre accompagnata.
    Carla Baroncelli

    6 Aprile 2020 at 11:54

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