Signore della scrittura ieri e oggi (L’Immaginazione marzo-aprile 2016)

Signore della scrittura ieri e oggi (L’Immaginazione marzo-aprile 2016)

Giorgio Ghiotti

Giorgio Ghiotti

La definizione «giovane scrittore» è oggi molto elastica, ma per quanto riguarda Giorgio Ghiotti non potrebbe essere più precisa. Giorgio, un ragazzone alto e atletico dai neri occhi sorridenti, ha 22 anni, lui allo scoccare del 2000 non ne aveva ancora compiuti sei. Ha già esordito nella narrativa con una notevole raccolta di racconti, Dio giocava a pallone (nottetempo 2013), e nella poesia con versi che non lasciano indifferenti (Estinzione dell’uomo bambino, Perrone 2015). Ora mi ha appena annunciato la prossima uscita (da nottetempo) di un suo primo romanzo. Nel frattempo, ispirato da un mio lontano libretto di interviste, che non so dove sia andato a scovare, ha pensato di fare qualcosa di analogo. Quel mio libro s’intitolava Le signore della scrittura (La Tartaruga 1984, nuova edizione 1994, l’anno della nascita di Ghiotti!) e raccoglieva conversazioni con le grandi narratrici di quel periodo, tutte – quale più quale meno – rimaste alla storia: Lalla Romano, Paola Masino, Alba de Cèspedes, Maria Bellonci, Laudomia Bonanni, Annamaria Ortese, Fausta Cialente, Livia De Stefani, Anna Banti, Elsa Morante. Il libro era accompagnato dalle belle foto di Paola Agosti.

copConfrontare il mio libro e il suo (s’intitola Mesdemoiselles, le Nuove Signore della Scrittura, edito da Perrone) è molto istruttivo sul cambiamento dei tempi. Direi che parla della società letteraria, o non-società letteraria, in modo lampante. Sono entrambi raccolte di interviste, entrambi danno voce solo ad autori donne. Le mie erano in dieci, le sue sono undici, ma questo non significa niente. Quello che conta è che le mie dieci erano veramente tutte le «signore della scrittura» che avessero almeno settant’anni (questo il limite che mi ero data) attive negli Anni ’80 (se manca Natalia Ginzburg è solo per questioni anagrafiche: era più giovane delle altre) e, malgrado ciò, non si sentivano delle regine, anzi lamentavano tutte una pesante mancanza di potere e di prestigio (Anna Banti compresa, moglie del grande critico d’arte Roberto Longhi e direttrice di una rivista letteraria prestigiosa, Paragone). Se molte di loro potevano contare su un pubblico di lettrici che i colleghi maschi nella maggior parte dei casi non avevano, non si sentivano però stimate alla pari, né dalla critica né dagli altri scrittori. Era questo elemento a rendere le mie interviste unitarie, compatte: non tanto ritratti di scrittrici, ma ritratti di scrittrici che rivendicavano un ruolo negato.

Dacia Maraini

Dacia Maraini

Per quanto le cose non siano radicalmente cambiate nemmeno oggi sulla questione, nelle Nuove Signore di Ghiotti, definite con humour (sacrosanto, e ne vedremo la ragione) Mesdemoiselles, non c’è traccia di rivendicazione di alcun tipo. L’interesse di Giorgio, infatti, non è per la categoria nel suo insieme, com’era stato per me, ma per singole personalità di narratrici e poetesse che piacciono a lui. E non poteva essere altrimenti. Oggi le presenze in campo sono talmente tante che non sarebbe possibile pretendere di rappresentarle tutte in un solo volume. Giorgio Ghiotti ha scelto undici autrici che lui ama e ne ha trascurate molte altre. Giustamente ha intervistato ben cinque poetesse: perché oggi è la poesia più che la narrativa a vantare le personalità artistiche di maggior autenticità, libertà, originalità, almeno nel panorama italiano. Per l’età: non l’ha detto esplicitamente, ma ha abbassato il limite intorno ai sessant’anni che dalla sua prospettiva di ventenne mi sembra un buon margine di distanza. Il termine Mesdemoiselles può essere forse legato a questo generale “ringiovanimento”, ma io vi trovo un’altra ragione molto contemporanea. Viviamo in tempi in cui la letteratura e l’arte hanno perso sacralità, l’aura si è vanificata, i criteri con cui si giudica la “grandezza” di un narratore sono puramente quantitativi: copie vendute, serial televisivi e film tratti dai libri, posti in classifica, premi vinti e non importa se unicamente per le manovre degli editori, tanto fingono tutti che non sia così.

Biancamaria Frabotta

Biancamaria Frabotta

Nessuno più è signore di niente, tanto meno della scrittura. Perciò le autrici di Ghiotti, che sono Dacia Maraini, Ginevra Bompiani, Luisa Adorno, Rosetta Loy, Lidia Ravera, Vivian Lamarque, Silvia Bre, Biancamaria Frabotta, Patrizia Valduga, Mariangela Gualtieri (e – bontà sua – ci sto anch’io) sono tutte dentro un suo racconto, si muovono sotto il suo sguardo all’interno di diverse quotidianità. Raccontano tante cose interessanti, intelligenti, utili a conoscerle e a conoscere il mondo in cui si sono formate, e di nuovo ciò che colpisce di più è il tempo trascorso e i suoi radicali cambiamenti. Insomma: proprio più niente è com’è stato. Ecco cosa ci dice con innocente passione questo ventenne che è andato a curiosare in un mondo che non è il suo, ma di cui sorprendentemente sembra avere una strana e nutriente nostalgia.

 

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3 Comments
  • roberto
    Rispondi

    Nel 2012 uscì, ispirato proprio dalle Signore della scrittura di Petrignani il saggio: Le ragazze della scrittura. Oltre i tabù la letteratura femminile contemporanea in Italia. Autrice: Lucia Ravera, Editore Ladolfi.
    Peccato non sia stato citato, perché contiene molte riflessioni, molti spunti sulla narrativa contemporanea femminile che varrebbe la pena tenere in considerazione, in un’ottica di critica letteraria.

    11 Aprile 2016 at 14:19
  • carissimi, vorrei tanto veniste a raccontarci delle scrittrici alla RoadHouse! Siamo una writers colony con sede a Rubiana, in provincia di Torino. Vi aspetto congrande piacere. Nadia Nicoletti

    11 Aprile 2016 at 17:54

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