Passeggiando nel cuore di Roma (Messaggero 26/7/10)

Passeggiando nel cuore di Roma (Messaggero 26/7/10)

di Renato Minore

«Io passeggio per passeggiare», scriveva Montaigne. La passeggiata come fine non è un viaggio, si svolge negli immediati dintorni, non raggiunge un fine perché è il fine stesso. La passeggiata genera conoscenza, «solo i pensieri avuti camminando hanno valore».
Sono molti i pensieri che, camminando o andando in bici, Sandra Petrignani ha in quella piccola, deliziosa ghirlanda di storie anche minime che è il suo ultimo libro “E in mezzo il fiume” (Laterza,132 pagine, 10 euro). Un po’ reportage, un po’ diario, un po’ racconto costruito a mo’ di collana, un po’ itinerario erratico dentro la città alla ricerca di una sua identità. di qualcosa che più di altre le appartenga e la definisca. La Petrignani passeggia liberamente per (e negli immediati dintorni di) Trastevere «il cuore di Roma. perché è la parte antica che non cede. che resta stretta all’anima dell’agglomerato originario, popolano, superstizioso, paesano. bigotto. Fiumarolo». E passeggia dall’altra sponda, Ghetto. Campo de’ Fiori, Testaccio, Isola Tiberina. Va e viene lungo i ponti, Ponte Testaccio, Ponte Palatino, Ponte Cestio, Ponte Garibaldi, Ponte Mazzini, Ponte Principe Amedeo, Ponte Vittorio Emanuele, Ponte Sant’Angelo….
In fondo passeggiare è il «modo più immediato di essere al mondo, di percorrerlo, di esaminarlo, descriverlo, vivere». Questa lunghissima passeggiata, con il taccuino in mano, ha tanti interlocutori privilegiati. Offrono una colazione-conversazione, una promenade senza meta, si affiancano a chi va a zonzo e portano il conforto come testimoni che regalano un’immagine o un ricordo privato. Veri protagonisti in ombra di un racconto che si compone amabilmente scheggia dopo scheggia. che disgrega 1’idea di una sua struttura compatta e unitaria traversando da una parte e dall’altra i ponti, curiosando sotto i muraglioni che fanno da argine all’acqua del fiume. Una piccola. grande storia corale in cui prende colore, forma, fisionomia la mappa del quartiere, una sua radiografia inattesa, l’anima segreta. Stefano Benni, Filippo Ceccarelli, Giancarlo De Cataldo, Valeria Viganò, Ginevra Bompiani, Valerio Magrelli, Silvia Ronchey, Ferzan Ozpetek, Lucia Poli, Bernardo Bertolucci, Beppe Sebaste, Silvia Rockey, Giuseppe Scaraffia, Marina Astrologo e molti altri sono le voci del coro. La Petrignani le tira sulla scena al momento giusto, ruotando intorno alla forma erratica della passeggiata, quando è giusto che Patrizia Cavalli evochi «la felice bellezza negligente» di una Roma perduta, Giosetta Fioroni constati come la zona intorno a Campo de’ Fiori sia diventata «sboccata. dolorosamente volgare». Claudio Strinati racconti la Santa Cecilia di Maderno, Nanni Moretti elogi la bontà delle lasagne cucinate in una affollatissima e anonima tavola calda.

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