Opera fumetto di Arturo Annecchino (dall’Unità del 15/01/10)
«Boom. Gulp. Gnam gnam» E qui i timpani, di là i violini. «Slurp. Wow. Gasp». La banda cittadina suona il rap. Bambini mammutones (le maschere popolari sarde) irrompono disturbando i cortei che marciano emettendo suoni onomatopeici. Funky e musica classica s’incontrano, si scontrano, si ricompongono. Ma che roba è? L’immaginazione musicale al potere, la fantasia in corteo. S’intitola Opera fumetto. Scorrerà in prima assoluta a Orvieto l’8 di maggio, un sabato, e poi verrà riproposta, con i cittadini e gli artisti locali a Bovec in Slovenia, a Graz in Austria, ad Atene e chissà in quante altre città che aderiranno al progetto strada facendo.
L’autore è Arturo Annecchino, un compositore fra i più liberi e irregolari delle nostre scene. Suo complice l’artista Gianni Dessì, creatore del divertente manifesto pubblicitario e di un’idea di sovvenzionamento di cui diremo, nonché impegnato al momento nei laboratori artistici in cui sono coinvolti i bambini di Orvieto che parteciperanno come attori all’impresa. Bambini e non solo: i tre cortei di Opera fumetto, che marceranno cantando e ballando e gridando paroline senza senso eppure comprensibili a tutti, saranno composti da grandi e piccini, gente sconosciuta e nota, in una festosa e volutamente anonima baraonda fino a una conclusiva tarantella dionisiaca.
Che roba è? Torno a chiedere al suo autore, Arturo Annecchino, che mi ha versato un tè bollente davanti al caminetto sempre acceso di casa sua, in campagna, fra Lugnano e Attigliano, in Umbria. Tre cagnoni pelosissimi e allegri mi hanno accolto al cancello, il pianoforte a coda domina il salotto in mezzo a un rustico disordine fatto di legna da ardere, libri, cd, computer, pezze di stoffa colorata gettate sui divani. Questa casa assomiglia al suo abitante come una goccia d’acqua: mai ricercato Arturo, nel vestire e nel porgere, autentico, affettuoso, sereno come chi pratica da anni lo yoga e se ne fa guidare davvero nel vivere e nel comporre. Ho nelle orecchie la sua ultima musica (la trilogia Midnight piano, per ora due cd su tre) da cui faccio irresistibilmente accompagnare le mie giornate in questi giorni, quando gli chiedo: «Allora, Arturo, che roba è Opera fumetto? Da dove viene?»
«E’ un’opera destrutturata» mi risponde ridendo, come chi non si prende mai completamente sul serio, ma è sicuro di quel che fa. Ha gesti da fauno, leggeri. Capelli ricci, orecchino, un eterno ragazzo, fedele a se stesso alla sua stravaganza. «Un gesto dada, se vuoi. Per azzerare tutto e ripartire, visto che siamo arrivati al fondo. Ma la fine è l’inizio, no? E allora ripartiamo da un linguaggio comune, preverbale, in cui tutti si capiscono, gente di tradizioni diverse, di età diverse. Andiamo alla radice dell’uomo. Giocando. Opera fumetto nasce internazionale». E ride, di nuovo, contagioso.
E’ nato a Caracas il 9 gennaio del 1954, figlio di migranti. A tre anni già suonava il piano e ha continuato da autodidatta, sempre. «Perché non trovavo il maestro giusto. Ora forse l’ho trovato, alla mia età! E ho ricominciato a studiare». Aveva otto anni quando la famiglia è tornata a Roma. «Ricordo la nave del ritorno, la festa e la commozione del distacco dalla terra d’esilio. Gli addii. Questo mi fa totalmente accogliente. Non voglio nemmeno sentire la frase: respingere gli immigrati. Gli immigrati, quando hanno messo un po’ di soldi da parte, vogliono tornare indietro da sé, alla loro terra, ai loro parenti».
Giovanissimo si mette a lavorare per il teatro, con Giancarlo Sepe, Attilio Corsini (scomparso nei giorni scorsi): teatro d’avanguardia che si avvaleva di musica nuova. «La chiamavamo musica “seria”» commenta, e questa volta non si contenta di ridere, sghignazza proprio. «Per fortuna i muri, che avevamo costruito noi, perché nella realtà non esistono, sono caduti tutti. Non c’è musica seria e musica poco seria, c’è solo musica buona e musica che non lo è. In tutti i campi. La mia musica, per esempio, non è cambiata. Sono cambiati gli appellativi esterni, l’atteggiamento di chi ascolta». Per come è fatto, lui i muri li ha sempre rispettati poco, «ma prima avevo il complesso di essere un autodidatta, di non aver fatto gli studi giusti, adesso ne sono contento. Ho capito che la mia storia mi ha permesso di avere meno freni inibitori, ho potuto più tranquillamente seguire l’istinto, la mia strada. Lo yoga mi ha aiutato, in questo percorso, a trovare un centro in me stesso, a non dover dimostrare niente».
Ha avuto due importanti sponsor: il grande impresario Ivo Chiesa e Vittoria Ottolenghi (signora della critica di danza). Vent’anni fa l’incontro con Peter Stein per il Tito Andronico, e da allora la collaborazione professionale, che è anche amicizia, l’ha visto sempre coinvolto, soprattutto nel Faust, lo spettacolo monstre del regista tedesco (21 ore di durata) di cui ha scritto le musiche di scena e anche poi tratto un Faust fantasia dalla partitura vertiginosa per piano e voce recitante (quella dello stesso Stein). Adesso stanno preparando insieme l’Edipo a Colono che debutterà al festival di Salisburgo il 26 luglio.
Torniamo a Opera fumetto che, attraverso l’associazione Rane22, nata apposta, ha vinto il finanziamento europeo (50% del costo) e ora sta raccogliendo l’altro 50% con un autofinanziamento “creativo” (una forma di crowdfunding che vuol dire piccole quote da una folla di produttori) ideato da Gianni Dessì. L’artista romano ha creato un’opera dal titolo L’un per mille, in mille esemplari, appunto: un quadro bianco con al centro una pallina da ping-pong bianca e gialla, un po’ inno alla leggerezza, un po’ naso di clown, in vendita al prezzo eccezionale di 160 euro (ne sono stati appena acquistati tre dal commissario Montalbano Luca Zingaretti, per dire). Un’altra artista, membro del gruppo, la svedese Marion Forssell, ha realizzato un acrilico di 2 metri per 2, scomponibile in 4000 frammenti di 3×3 cm (a 22 euro ciascuno). Chiunque comprerà una o più di queste opere sarà impresario (e potrà scaricare dalle tasse la spesa, concepita come donazione).
Digitando www.rane22.org si hanno tutte le informazioni possibili. Ci si può anche iscrivere al corteo per prendere attivamente parte allo spettacolo e scoprire i nomi di chi si è già iscritto. Buon divertimento!