Tre civette sul comò (Immaginazione 341, maggio-giugno ’24)

Tre civette sul comò (Immaginazione 341, maggio-giugno ’24)

Ci sono libri che valgono un viaggio, nel tempo a volte, o semplicemente nella geografia, e a volte anche all’indietro nella propria vita. Mi è capitato nei mesi scorsi di ritrovare un vecchio amico, un collega di quando scrivevo al Messaggero, Diego Mormorio, storico e critico della fotografia. Erano gli anni Ottanta, eravamo molto giovani. Poi ci siamo persi di vista. Adesso è ricomparso attraverso Facebook (e basterebbe questa possibilità di ritrovare persone che avevamo perduto per strada, per non disprezzare i social). È ricomparso con un libro che ha scritto. Ne ha scritti molti di libri, veramente, ma sempre sulla fotografia. Cose tipo Un’altra lontananza. L’Occidente e il rifugio della fotografia (Sellerio, 1997); Meditazione e fotografia. Vedendo e ascoltando passare l’attimo (contrasto, 2008); Catturare il tempo. Lentezza e rapidità nella fotografia (Postcart, 2016); Storia essenziale della fotografia (Postcart, 2017); Fotografia e pensiero fotografico (Mimesis, 2019) e altro. Ma questa volta ha scritto un libro di narrativa. E allora ha pensato a me e me l’ha portato. E ci siamo rivisti, e subito siamo ridiventati amici, ma molto più di quando eravamo al Messaggero, che ci vedevamo solo in redazione e andavamo sempre di fretta. Abbiamo scoperto di abitare, a Roma, abbastanza vicini, e poi ha una moglie molto femminista e molto impegnata nel sociale, molto simpatica e paziente (Diego, parla sempre lui!) e insomma questo libro che mi ha portato, che lui definisce “miscuglio”, mi è piaciuto molto. L’ha pubblicato Avagliano e s’intitola Di cose, fatti e animali siciliani e ha una copertina bellissima: una ceramica siciliana (proprietà dello stesso autore) che riproduce tre civette sul comò.

Ve la ricordate la filastrocca: “Tre civette sul comò che facevano l’amore con la figlia del dottore. Il dottore si ammalò, ambarabà, ciccì, coccò”? Anche questo ha riaperto in me fiumi di ricordi (e fra l’altro ho scoperto in rete che la versione corretta, e anche logica, è “tre civette sul comò che facevano timore alla figlia del dottore…”, ma questo è un altro discorso e a tutti noi del resto piace sicuramente di più la versione scorretta).

Diego Mormorio

Insomma, tornando al libro di Mormorio e alla sua capacità di far viaggiare nel tempo e nella geografia, come dicevo introducendo questo pezzo (del viaggio nella memoria personale ho già spiegato) si tratta di un garbuglio affascinantissimo di narrazioni che un direttore di biblioteca o “maestro mescolatore” – che è l’autore stesso, così chiamato da un suo ipotetico corrispondente, “il dottor Pipitone, farmacista” – tira fuori da un suo magico cappello a cilindro per farne dono all’interlocutore e, quindi, a noi lettori. E da quel cappello vengono fuori storie siciliane di diverse epoche e ambientazioni, spassose o drammatiche, colte o sentimentali o tutte e quattro le cose insieme, che tirano in ballo personaggi oscuri come miti letterari, da Goethe e Maupassant, a Lucio Piccolo, e a Leonardo Sciascia e Gesualdo Bufalino, amati amici e maestri di Mormorio. E così, se Goethe raccoglie pietre lungo il greto di un fiume e Maupassant s’innamora perdutamente, a Siracusa, della Venere Landolina, senza testa e senza un braccio, ma donna come “la si desidera: come la si vuole stringere”, il lettore compie un suo meraviglioso viaggio da Catania a Marsala, catturato da miti antichi e storie contemporanee. E fra scambi di fidanzate e fotografi ambulanti, i sogni mandati da Apollo e i canti dei salinari che servivano “a contare il numero delle ceste di sale portate fuori dalla salina”, il viaggio si conclude. E si conclude lo scambio di mail fra il Maestro Mescolatore e il Farmacista Pipitone sempre gustando Marsala, una volta detto Sicily Madera, e sotto vecchi copricapi di foglie di vite per proteggersi dal sole. E si conclude una lettura di estrema piacevolezza e spavalda leggerezza, che fa sentire il sapore di una vita piena di aromi e sapori perduti.

FacebooktwittermailFacebooktwittermail
No Comments

Post a Comment