Racconto per un Calendario GENNAIO

Racconto per un Calendario GENNAIO

Ci sarà la neve quest’anno? Speriamo di sì.

Speriamo di no.

Se nevica bisogna spalare il vialetto fino al cancello.

Se nevica bisogna comprare le catene, se no restiamo bloccati come l’anno scorso.

Se nevica non si va a scuola.

Se nevica diventa tutto più complicato. Perché la neve ci piace tanto? Ma a chi piace tanto? Ai bambini e agli incoscienti, a me non piace per niente.

Pensa alla bellezza della neve, pensa alla sua luce. Pensa al silenzio. Un mattino apri la finestra e tutto è bianco e muto e c’è un odore buono nell’aria, un odore poco terreno.

Poi, però, quando si scioglie, e qui si scioglie subito, diventa una poltiglia bagnata e sporca e ti dici: ecco è durata solo quel tanto per farmi venire i nervi, mandarmi a monte l’appuntamento col medico fissato da un mese e adesso chissà quando riesco a recuperarlo.

Il medico? Pazienza. Il bello della neve è proprio che si ferma ogni attività, o almeno rallenta, e la vita torna ad avere tempi umani, quelli miti e sereni della natura.

Io odio il freddo, la neve è il gelo della morte.

Invece sotto la neve la vita si conserva, intatta.

E’ il mese dell’Acquario, questo, acqua che gela.

E allora?

Niente, è il mio segno.

Anche il mio, eppure siamo così diverse. Siamo madre e figlia e siamo così diverse.

Sei una figlia grande ormai, non hai più l’età dei pupazzi di neve.

Non c’è età per questo.

Se nevica mi ficco a letto e non mi muovo fino al disgelo.

Se nevica prometto che sarò buona.

Questa poi! Lo sei già abbastanza.

O si è buoni o no. Non si può essere abbastanza buoni.

Sei una piccola filosofa.

Per pochi giorni nascevo nel Capricorno.

Eri pigra, sei nata in ritardo sul tuo tempo.

Sono anacronistica.

Sì, sei un po’ retró.

Sono superata, non servo a nulla, non farò nulla di buono nella vita.

Hai appena detto che diventi buona.

Oh, solo se nevica!

 

 

 

 

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