I Quaderni Quadroni di Rrose Sélavy (Unità, 26/5/14)
Ha avuto quest’anno, meritatissima, una menzione speciale dall’ambito Premio Andersen: «Per gli eccellenti risultati raggiunti» nell’editoria per ragazzi. Si chiama Rrose Sélavy (il nome viene da un personaggio inventato da Duchamp con la complicità dell’amico Man Ray) ed è una nuova casa editrice per ragazzi che ha esordito nel dicembre di due anni fa con una collana indovinatissima, i Quaderni Quadroni, giunti alla terza proposta, di grande successo, con Pupa di Loredana Lipperini, che vanta le efficaci illustrazioni di Paolo d’Altan e un’introduzione di Lidia Ravera. Le ambizioni sono alte come gli autori coinvolti: per fine 2014 è in programma un giallo per adolescenti di Carlo Lucarelli, mentre la prossima pubblicazione, prevista in ottobre, è affidata a un grande della narrativa per ragazzi, Gek Tessaro, autore e illustratore dal segno inconfondibile.
Sono proprio belli questi Quadroni, è bello il loro grande formato, ovviamente quadrato, è speciale la scelta grafica, affidata alla mano di numeri uno nel settore. Il primo volume, di Massimo De Nardo, con i disegni di Tullio Pericoli e l’introduzione di Stefano Bartezzaghi, s’intitola Che mestieri fantastici (sarebbero: «Il riparatore di nuvole» e «Il cercatore di parole») ed è la realizzazione un po’ fiabesca di un sogno, quello dello stesso De Nardo che tira fuori dal cassetto i suoi due racconti e li fa leggere a Pericoli, appena conosciuto. A Pericoli piacciono e accetta di illustrarli. Così De Nardo dà avvio all’avventura editoriale di Rrose Sélavy, che ha il sapore degli anni Settanta quando l’editoria per ragazzi ebbe l’entusiasmante spinta di edizioni come la Emme di Rosellina Archinto e poi la Coccinella (vi ricordate il buco con il libro intorno?) che fecero fare un salto di qualità al settore e che oggi rimpiangiamo.
Lunga vita allora ai Quaderni Quadroni che già nella definizione sposta l’attenzione dal libro classico a uno strumento su cui un bambino può compiere esperimenti, il quaderno appunto, e sceglie un formato che trasforma un’arte nell’altra: dalla parola al disegno, dalla scrittura al quadro. Dice De Nardo: « Per il formato (cm 23×27), il tipo di carta (Usomano), il numero delle pagine (32 più copertina), il peso complessivo (199 grammi), il Quaderno non è un libro rigido come un cartonato né morbido come una rivista. Un po’ dell’uno, un po’ dell’altra».
Partiti alla garibaldina, «senza pubblicità sui quotidiani, senza conoscere gli uffici stampa, senza avere i numeri di telefono dei giornalisti che contano» dice ancora, quelli di Rrose hanno dalla loro parte un’idea contagiosa: coinvolgere nel progetto – convinti dall’alta qualità del risultato – anche autori che magari non pensavano minimamente di scrivere per i ragazzi e che per misurarsi con essi non useranno un linguaggio speciale, ma semplicemente quello quotidiano con cui educano i figli. E porteranno il proprio immaginario in un territorio nuovo, da esplorare e conquistare.
Lo ha fatto, nella seconda uscita della casa editrice, il poeta Franco Arminio accompagnato dalle magnifiche illustrazioni di Simone Massi, con Il topo sognatore e altri animali di paese (uno zoo tenero e spassoso costituito da ragni disoccupati, serpi sfortunate, mosche pessimiste). Lo ha fatto Loredana Lipperini, nota voce di Radiotre, giornalista culturale e autrice di fantasy, di racconti, di libri impegnati per Feltrinelli, come Ancora dalla parte delle bambine, Di mamma ce n’è più d’una, L’ho uccisa perché l’amavo (insieme a Michela Murgia). Lipperini ha creato un personaggio fuori dal comune. Pupa, che – lo rivela lei stessa – è ricalcata sulla figura di una nonna reale, è una vecchia signora stravagante contrapposta a una finta nipote annoiata, ma alla fine disposta a imparare un modo non convenzionale di stare al mondo. L’intento didascalico è felicemente risolto in resa narrativa e i due personaggi non sono maschere, ma caratteri vivi e coinvolgenti.
E intanto sono al lavoro per il 2015 un altro noto nome della letteratura per ragazzi, Bruno Tognolini, e un narratore, Antonio Moresco, che si misurerebbe, se l’esperimento riuscirà, per la prima volta con l’immaginario infantile. Ma non ha ancora sciolto le riserve e dunque non ve l’ho detto.